Teologo francese. Insieme a Pietro Lombardo, fu tra i più noti teologi
della seconda metà del XII sec. Il soprannome che gli fu attribuito (dal
latino
comestor: divoratore), alludeva all'avidità con cui leggeva
ogni opera o libro di cui veniva a conoscenza, fatto per cui aveva acquistato
un'erudizione vastissima. Dal 1145 fu decano del capitolo di Troyes poi (secondo
alcuni prima del 1158, secondo altri qualche anno dopo) si trasferì a
Parigi, dove conobbe Pietro Lombardo e divenne professore di Teologia e
cancelliere della Scuola cattedrale (1164-69). Quindi si ritirò, come
canonico regolare, nell'abbazia di San Vittore, dove rimase fino alla morte. La
sua fama è legata alla
Historia scholastica, un compendio di
storia sacra comprendente gli avvenimenti dalla creazione del mondo al viaggio
apostolico di san Paolo a Roma. L'opera segue nella sua struttura la Bibbia e
gli scritti dei Padri della Chiesa; tuttavia, essa aggancia gli eventi religiosi
di cui tratta allo svolgimento della storia antica, abbondando anche di
citazioni archeologiche e filologiche (primo esempio di esegesi biblica) e
meritando così al suo autore il titolo di
magister historiarum
(con cui è ricordato anche nel
Paradiso dantesco).
P.C.
compose anche numerosi
Sermones e
Quaestiones, oltre a glosse sui
Vangeli e sull'epistolario paolino (Troyes 1100 circa - Parigi 1179).